Mascolinità tossica: di cosa si tratta

Cosa si intende quando si parla di mascolinità tossica o “machismo tossico”?

Ti è mai capitato di essere definito “debole” o poco “maschio”? Ti è mai capitato di giudicare un uomo perché troppo sensibile o poco virile?

Il concetto di mascolinità tossica inizia proprio dai giudizi rivolti agli uomini che non aderiscono al canone condiviso di uomo, alle sue caratteristiche concettualmente ritenuti fondanti.

Queste aspettative disattese poi conducono ad una ridicolizzazione e conseguente abuso nei confronti di chi si trova a discostarsi dall’immagine dell’uomo socialmente attesa.

Molto spesso, se si evoca un confronto tra la figura dell’uomo, specialmente se padre, e quella della donna ci si trova a fare delle distinzioni specifiche che tendono ad attribuire all’uomo una serie di aggettivi che lo qualificano come saldo, pragmatico, inattaccabile e persino ruvido, con tanto di giustificazione nei confronti di atteggiamenti poco gentili. Dall’altro lato, si attribuiscono alla figura della donna delle caratteristiche di dolcezza, tenerezza, emotività e vulnerabilità con conseguente aspettativa nei confronti di tali atteggiamenti.

Tale caratterizzazione ha due problemi fondamentali ed il primo è proprio questa tendenza a giustificare ed incoraggiare atteggiamenti tipicamente associati al proprio sesso. Pertanto un uomo che risulta duro e magari un po’ maleducato è accettato tanto quanto una donna che si mostra più comprensiva ed accogliente coi sentimenti altrui.

Il secondo problema è la rigidità di tale visione che conduce a frequenti cortocircuiti emotivi, laddove si desideri deviare da un percorso prestabilito. Ci si creano delle aspettative nei confronti del proprio ruolo e di quello altrui che spingono alla percezione di qualcosa di non aderente a questo canone come sbagliato o risibile.

In questa sede, ci occuperemo principalmente dell’effetto che tale caratterizzazione ha sugli uomini, quindi della mascolinità tossica vera e propria.

Da dove origina la divisione dei ruoli in base al sesso?

La cultura dominante della società occidentale attribuisce ai due sessi una identificazione così marcata e netta nelle aspettative e caratteristiche da arrivare persino ad associare dei colori come l’azzurro ed il rosa a questi aspetti.

Tale situazione, che fortunatamente sta lentamente ammorbidendo la sua rigidità, deriva dall’assetto con cui la società è arrivata all’epoca moderna dove l’uomo era solito lavorare ed occuparsi di portare a casa il salario mentre la donna era solitamente relegata a figura accudente per la prole e i famigliari. In tal senso, la divisione dei compiti netta era pensata e vissuta come un assetto efficiente che serviva a portare la persona con le caratteristiche adatte nel ruolo più congeniale, rinunciando però a considerare l’individualità di ciascuno.

L’evoluzione moderna della società dove si cerca di superare lo stereotipo comune ha condotto ad una progressiva stigmatizzazione delle disparità di genere che ha anche dato un nome ad atteggiamenti che, precedentemente erano considerati normali. Tra questi, la mascolinità tossica.

Come si presenta e che genere di problematiche causa la mascolinità tossica?

L’utilizzo di atteggiamenti simili è generalmente considerabile un tipo di comunicazione aggressiva o passivo-aggressiva che mira a sminuire ed attaccare l’autostima del bersaglio, a volte con un indiretto intento volto a spronare il bersaglio. Può essere parte di una forma di bullismo, di litigio o di una comunicazione famigliare non ottimale, ed è spesso causa di insicurezza e sofferenza.

La presenza di questo atteggiamento all’interno della società tende a premere sull’orgoglio dei maschi che si sentono tenuti ad aderire allo standard ritenuto comune, sopprimendo l’individualità e lo sviluppo di alcune caratteristiche come l’empatia e la tenerezza.

Questo senso di oppressione indiretta e diretta può generare reazioni di fuga che consistono principalmente nel nascondere o sopprimere i sentimenti ma anche in una sorta di perpetuazione proiettiva dello stesso atteggiamento che può assumere anche forme più estreme come l’omofobia e violenza di genere, nel nome di un qualche ordine naturale percepito.

Come si può combattere la mascolinità tossica?

Si tratta di una lotta di tipo culturale, pertanto si tratta di diffondere consapevolezza sui meccanismi che causano un simile atteggiamento, in modo di condurre ad un lento abbandono di un canone ormai obsoleto ed indubbiamente pericoloso. Il tutto comincia con l’abbandonare gli stereotipi, non perpetrarli e diffondere l’idea che essi siano ormai superati.

Lo stereotipo dell’uomo potente, senza sentimenti e “macho” è spesso causa di una serie di problematiche che poi travalicano i confini e conducono a gravi casi di abuso, di ritiro sociale ed anche ad un rischio concreto per la salute.

L’obiettivo è una società in cui un uomo che si occupa dei figli non venga più considerato un “mammo” ma semplicemente un padre, dove un uomo possa vestirsi di rosa senza essere ostracizzato e dove mostrare i propri sentimenti, com’è sano per tutti, sia anche un diritto ad appannaggio degli uomini.

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