Come lo afferma la parola stessa, l’autostima è un stima, un’attribuzione di giudizio verso noi stessi; quest’ultimo non va considerato solamente come un aspetto valutativo legato alla razionalità perché spesso è proprio questa che viene a mancare portandoci a redigere valutazioni incoerenti e non del tutto realistiche. L’autostima dovrebbe di fatti essere definita come il ‘’raggiungimento della capacità di ogni individuo di riconoscersi non solo nel proprio valore, ma soprattutto nel sapere riconoscere chi si è veramente nel profondo’’, (citando il celebre psichiatra Antonino Tamburello), che è un pò come dire io, individuo, riesco a percepire le qualità e caratteristiche contenute nel concetto del sé.
Altresì l’autostima si basa su due aspetti fondamentali:
- le informazioni oggettive in merito a se stessi
- la valutazione soggettiva delle informazioni rispetto a se stessi.
Nella quotidianità, applicare ciò che è stato finora descritto risulta spesso complicato, il meccanismo sembra incepparsi nel confronto con gli altri e le relative pressioni che derivano dall’ambiente sociale, che viene posto al centro delle dinamiche sull’autostima.
Da dove nasce questo concetto
Il concetto di autostima venne introdotto da William James nel 1890; l’autore fornisce una struttura a questo concetto distinguendo fra sé percepito, che equivale a dire chi pensiamo di essere e sé ideale, cioè l’immagine della persona che vorremmo essere, dove più è grande la distanza tra i due concetti e maggiore sarà l’insoddisfazione. Per esempio se abbiamo una certa idea di noi stessi e un obiettivo da raggiungere, ma ci svalutiamo ci sembrerà impossibile raggiungere l’obiettivo pertanto la nostra autostima ne risentirà, ugualmente quando ci sopravvalutiamo e poi falliamo, emergerà una discrepanza tra il sé ideale e il sé percepito.
Autostima e società odierna
La società odierna impone sempre più spesso concetti come produttività, competizione, efficienza ed avere una buona autostima, potrebbe risultare un requisito fondamentale ovvero possedere quel senso di fiducia nelle proprie capacità che consente di perseguire e raggiungere obiettivi, di costruire e mantenere relazioni affettive positive. Avere una buona opinione di sé, influisce in maniera sostanziale sul rapporto che ogni individuo instaura con gli altri e sulla percezione della realtà che lo circonda. Una bassa autostima, al contrario è la causa di una svalutazione delle proprie qualità, genera una profonda insicurezza e un eccessivo timore a commettere errori. Questa sfiducia può portare delle conseguenze come per esempio un abbandono della conquista di traguardi nei vari ambiti di vita professionale e personale.
Risulta importante considerare che la percezione del sé è spesso frutto nonché è influenzata da diversi fattori, come l’ambiente in cui si nasce e cresce, l’educazione, il territorio familiare, sociale e le esperienze di relazioni che costruiamo nel corso della nostra esistenza.
Per esempio l’autostima si costruisce principalmente durante l’infanzia, il bambino in quel periodo ha una percezione del sé che è strettamente legata all’immagine che gli forniscono i genitori stessi. Questo significa che una famiglia che incoraggia e apprezza, senza mostrare aspettative eccessive fornisce una buona dose di autostima, al contrario maggiore è il disprezzo o le scarse attese più facilmente si creerà nel bambino l’idea di non valere molto. Il giusto equilibrio è quello che si crea tra prossimità e distanza. Non a caso lo stile educativo maggiormente volto a promuovere l’autostima nei bambini è quello autorevole.
Come migliorare la propria autostima
Seppure non tutti hanno avuto la possibilità durante la crescita di sviluppare una buona autostima o se questa è stata compromessa nel corso della vita, ciò non significa che non si possa fare nulla per migliorarla. Alcuni passi e consapevolezze in più potrebbero aiutare a migliorare la propria modalità di vivere l’esistenza.
Tra questi ritroviamo come elementi cardine dell’autostima:
- porsi il più possibile obiettivi raggiungibili realistici, senza creare aspettative troppo alte;
- accettare se stessi, (dopo essersi conosciuti) e cercare di comprendere i propri limiti e le proprie sconfitte senza continuamente darsi colpe continuando a migliorare laddove possibile;
- assumersi le responsabilità delle proprie scelte;
- prendersi cura di sé, imparando a dire di no quando è necessario;
- accettare che non tutto è perfetto e controllabile ci sono situazioni che sfuggono al nostro controllo, che quindi non dipendono da noi;
- affermare se stessi;
- rimanere fedeli ai principi che abbiamo scelto, rimanendo integri e coerenti dove parole e comportamento coincidono.
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Bibliografia:
-Nathaniel Branden (2006). I sei pilastri dell’autostima. Milano: Editore Tea.
-Pasini, W. (2014). L’autostima. Edizioni Mondadori.