Gli sport di resistenza, altrimenti detti Endurance Sports sono discipline, che prevedono una prestazione di durata prolungata nel tempo. In questi sport, come il ciclismo, lo sci di fondo, la maratona e tutte le loro varianti (duathlon, triathlon, escursionismo), l’allenamento alla resistenza è fondamentale, in quanto l’obiettivo è concludere le gare nel minor tempo possibile.

La preparazione

Per tutti gli sportivi che decidono di cimentarsi in queste discipline, sia che siano atleti agonisti, amatori, giovani o adulti, la fase di preparazione diventa determinante per l’esito delle gare.
Gli aspetti essenziali da tenere in considerazione sono:

• La programmazione: stabilire obiettivi raggiungibili, realizzabili e su misura per ogni atleta è la “condicio sine qua non” per la riuscita della gara nonché per la salute fisica. Allenarsi alla resistenza suddividendo la preparazione in obiettivi a lungo, medio e breve termine e una conseguente programmazione stagionale, semestrale, mensile, settimanale e giornaliera è ciò che farà la differenza in termini di miglioramento della prestazione;
• L’allenamento adeguato: i programmi di allenamento non possono essere universali e in quanto esseri umani, ognuno di noi ha bisogno di un allenamento che sia strutturato su misura da parte di professionisti del settore, a titolo esemplificativo preparatori atletici, allenatori, nutrizionisti, medici, fisioterapisti e ogni specialista del settore;
• Rispetto delle tempistiche: viviamo in un periodo storico in cui tutto va a 1000 all’ora, un’ “era della dopamina” per cui ogni soluzione è a portata di click. Lo sport è uno degli ambienti, in cui il rispetto dei propri tempi sia mentali che fisici è essenziale. Gli sportivi non possono avere tutto subito, hanno bisogno di tempo. Quale tempo? Il tempo dell’allenamento, della disciplina, della gara e del recupero. Quanto tempo? A ognuno il suo e solo insieme a validi professionisti si può stabilire quello adatto per lo sviluppo prestazionale dell’altleta. Gli imprevisti in gara Come ogni sport situazionale, anche gli Endurance Sports possono mettere di fronte a molteplici e differenti variabili che non sono sotto la propria responsabilità;
• Il meteo: il primo imprevisto tra tutti può essere legato alle condizioni meteorologiche: eccessivo caldo (ad esempio d’estate), temperature troppo rigide (come durante una gara di escursionismo in montagna) o ancora la pioggia possono costringere a modificare la strategia di gara, nonché di preparazione e questo può destabilizzare anche la stabilità psicofisica degli sportivi;
• Le condizioni del “campo”: nella corsa o nel ciclismo le condizioni del terreno possono inficiare sulla velocità, sulla quantità di energia impiegata, ad esempio se il terreno è fangoso dopo un temporale. O ancora in una gara di nuoto indoor la temperatura dell’acqua o in acque libere se sono mosse o abitate da vegetazione e pesci, gli atleti possono trovarsi davanti a scenari a volte complessi da gestire. Cosa fare in questi casi? La flessibilità e l’adattabilità alle situazioni è qualcosa che si può allenare, anzi si dovrebbe sempre allenare, perché nello sport, come nella vita, gli eventi accadono, a volte ci sorprendono, a volte ci mettono in difficoltà, ma sappiamo bene che dentro di noi c’è una forza immensa che ci consente di trovare soluzioni efficaci e di buttare il cuore oltre l’ostacolo.

In questo specifico ambito entra in gioco il Mental Coach Sportivo, che attraverso pratici esercizi di adattabilità e flessibilità offre agli sportivi una preparazione e dunque una prestazione di un livello ancora superiore.

La verifica sul Dialogo interno

Tra tutti gli strumenti che un Mental Coach Professionista ha a disposizione per accompagnare gli sportivi ad affrontare gare di Endurance in maniera eccellente, il primo su cui lavora è il gioco interiore, ovvero il dialogo interno.
Ognuno di noi, nel momento in cui si trova in procinto di affrontare una performance, ha un dialogo che rivolge verso se stesso e se quel dialogo è disfunzionale, la performance avrà certamente un esito nefasto.

“Non so se ce la faccio” “Sono incapace” “A me le gare sono sempre andate male” “Sono una delusione per tutti” “Hanno ragione gli altri: vale davvero la pena?”

Se il dialogo interno è di questo tipo, necessariamente il corpo metterà in atto una serie di reazioni chimiche ed ormonali inefficaci, che comprometteranno la performance: non potrò mai essere al 100% delle mie possibilità se inizio a sudare freddo, mi tremano le mani o le gambe, mi batte forte il cuore o ho il respiro affannato.

“Ce la faccio” “Ho tutte le carte per affrontare la gara” “Sono al massimo delle mie possibilità” “Sono capace”

Queste è un dialogo potenziante che innesca reazioni corporee funzionali alla performance e aumenta i livelli di motivazione. Il compito del Mental Coach è proprio quello di trasformare il circolo vizioso delle convinzioni limitanti in un circolo virtuoso e potenziante!

Cosa fa davvero la differenza?

La consapevolezza di Sé! E cosa significa nello specifico?

Essere consapevoli di se stessi consiste nel prestare attenzione a ciò che fa la differenza per ogni essere umano: al respiro.

Il Mental Coaching lavora principalmente sulla percezione corporea, sulla conoscenza del proprio corpo, sul respiro funzionale e sullo stato di salute del fisico. La prestazione fisica passa necessariamente da un controllo profondo a livello cerebrale, perché i gesti tecnici e gli automatismi sono una traccia indelebile per ogni atleta e avere capacità di elevata percezione corporea, fa sì che tali gesti vengano impiegati al momento giusto e nella maniera più efficiente possibile.

Ed è così che un atleta olimpico si differenzia da tutti gli altri: non sono le medaglie appese al collo, quelle sono solo la conseguenza, la differenza sostanziale è sul livello di competenza e conoscenza delle proprie capacità, sul lavoro costante su di sé, nello sport come nella vita!

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