L’ATTIVITA’ SPORTIVA DEI RAGAZZI, CHI SCEGLIE: GENITORI O FIGLI?
Con l’avvio del nuovo anno scolastico ed il ritorno alla quotidianità operativa molte famiglie si trovano a dover organizzare gli aspetti educativi dei propri figli e tra questi uno spazio rilevante viene riservato alla scelta dell’attività sportiva.
- Ti è mai capitato di pensare a quale sarebbe la scelta sportiva più adatta per tuo figlio?
- Sono i figli a scegliere oppure sta a noi genitori individuare le società sportive a cui affidare la formazione dei nostri ragazzi?
Partendo dalla sua definizione più generale, “lo sport è qualsiasi forma di attività competitiva o di gioco che mira a utilizzare, mantenere o migliorare le capacità e le abilità psicofisiche, fornendo divertimento ai partecipanti e, in alcuni casi, intrattenimento agli spettatori.
Lo sport può, attraverso la partecipazione casuale o organizzata, migliorare la salute fisica dei partecipanti. Per questo è aspirazione sana promuovere la pratica sportiva sin dalla più giovane età.
Ma come scegliere quello giusto?
In modo consapevole: si può partire dall’aver chiaro i propri obiettivi che dovrebbero in primis tenere conto di un bilanciamento tra benefici fisici, divertimento, benefici cognitivo/comportamentali.
In sintesi conoscere proprio figlio e riconoscere cosa è più opportuno per lui: l’insieme di motivazioni del bambino/ragazzo, prospettive (predisposizioni ed attitudini) fisiologiche, cognitive, comportamentali e di socializzazione saranno una bussola infallibile.
Dai primi anni di vita sin agli 11 anni saranno i genitori a favorire l’esplorazione delle differenti attività sportive ricordando di sostenere il gioco come promotore della scoperta delle proprie abilità per superare il naturale senso di inadeguatezza nel fare le cose.
Sarà quindi prezioso provare più sport per assecondare le predilezioni personali.
COSA TENERE A MENTE:
- Mettere al centro del progetto il ragazzo facendo attenzione alle nostre influenze. Il genitore ha il potere di influenzare consapevolmente, scegliendo ad esempio quell’ associazione sportiva o quell’allenatore, ed anche influenzare inconsciamente, scegliendo ad esempio di guardare o commentare in maniera selettiva uno sport in TV.
- Il genitore dovrebbe interrogarsi sull’eventualità di ribaltare le proprie aspettative personali inespresse sui propri figli. Il ruolo di genitore è quello di guida, può aiutare a scegliere, consigliare ricordandosi di dare fiducia al bambino ed all’istruttore al cui ruolo è importante non sostituirsi.
- E’ importante che il bambino si senta libero di essere se stesso e non senta l’obbligo di essere migliore di qualcun altro. L’amore di un genitore va rimarcato con chiarezza e sganciato dal condizionamento del risultato che il bambino raggiunge.
- Chiediamoci cosa ci influenza: dalle ultime evidenze scientifiche emerge che spesso ci si lascia condizionare dalle mode, dagli amici, da ciò che ci sarebbe piaciuto fare o diventare. Chiediamoci: anche per noi è davvero così?
Al pari di ogni attività educativa lo sport ha inoltre il privilegio di poter intervenire per sostenere e bilanciare l’acquisizione di alcune competenze cognitivo/comportamentali fondamentali per la crescita dei nostri ragazzi. Esistono numerosissimi sport, da quelli tra singoli concorrenti, a quelli con centinaia di partecipanti simultanei, sia in squadra che in competizione come individui. Ricordiamoci di valutare di cosa ha più bisogno, oggi, nostro figlio.
SPORT DI SQUADRA: favorisce socializzazione, dialogo e confronto costruttivo ricorrendo al gruppo come sostegno in grado di fornire una rilettura anche di ogni eventuale fallimento. Particolarmente adatto per implementare una risposta adattativa alla gestione dell’ansia, per lavorare sull’autostima per allenare la cooperazione e la coesione.
SPORT INDIVIDUALI: favorisce autocontrollo, responsabilità, apprendimenti comportamentali precoci tra cui l’autoregolazione, l’organizzazione il senso di sacrificio. Particolarmente adatto per bambini molto attivi, con forte motivazione.
Dai 12 anni fin alla maggiore età saranno i ragazzi a motivare e riconfermare le proprie scelte. Con la pubertà e la preadolescenza avrà inizio l’individualizzazione personale e la scoperta della finitezza della persona che arriverà a conoscere ed esprimere le proprie caratteristiche.
Lo sport in questa particolare fase del ciclo di vita può essere un alleato prezioso.
Può sostenere ed allenare:
- l’introiezione delle regole;
- l’autoregolazione;
- il senso di disciplina e di conquista.
Il giovane sarà molto sensibilizzato dal giudizio dei pari e riuscire a distinguersi per competenza e obiettivi raggiunti in alcuni casi potrà diventare un’aspirazione primaria.
Nella relazione con lo sport il ruolo del genitore prenderà un nuovo significato. Diventa importante poter ingaggiare i ragazzi restando:
- al loro fianco;
- sempre pronti a sostenerli;
- creando ponti di dialogo che propongano molteplici prospettive di lettura delle situazioni;
- restando nel rispetto dei loro tempi, senza fare al posto loro ma promuovendo un continuo ascolto.
Ricordiamoci che, nella sua grande ricchezza e varietà, esiste uno sport adatto alle predisposizioni di ognuno. Non è mai troppo tardi per regalarsi un percorso sportivo.
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